“Gli uomini sognano più il ritorno che la partenza.”
(Paulo Coelho)

È deciso: quest’anno non torniamo in Italia. Almeno una volta all’anno io e la mia famiglia, cerchiamo di fare ritorno. Una volta all’anno, certo, quando è possibile, ovviamente. Dall’America non è facile: organizzarsi, chiedere le ferie, mettere insieme gli impegni di tutti, trovare la giusta occasione, visto che il prezzo del biglietto, poi, che non è che, di solito, sia proprio economico… Eppure per noi espatriati quanto è importante tornare almeno quella volta all’anno a casa?

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Riabbracciare  i familiari, fare i salti mortali per rivedere gli amici, camminare per quelle vie che ci hanno visto crescere, salutare i negozianti che ci accolgono sorridenti. Per non parlare poi del nostro parrucchiere di fiducia (voi espatriate, lo avete trovato un parrucchiere come quello che avete lasciato in Italia?) o l’estetista, che qui se devi fare tutti i trattamenti ai quali eri abituata, se ne va via mezzo stipendio! Il cibo poi…Vogliamo parlare del cibo? Quante sono le specialità della nostra città che noi espatriati ci sognamo anche la notte e tutti quei prodotti che ancora non si riescono a trovare nei supermercati? Soprattutto poi quei piatti del cuore, tipo la crostata di mamma o il tiramisu di zia?!? Poi che fai non ce lo porti tuo figlio a vedere i nonni, la zia, i cugini? Ultimo poi, ma non di certo meno importante, la scorta di prodotti del cuore introvabili, senza i quali, anche dopo anni e anni di espatrio non possiamo proprio fare a meno, va assolutamente fatta, non sia mai! Ecco quest’estate dovrò rinunciare a tutto questo e rimandare, chissà, forse alla prossima estate.

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Spesso mi sento dire: “Beata te che vivi in America!”. Sì, per diversi motivi è vero, beata me. Tuttavia questa “beatitudine” è una scelta che pago ogni giorno. Ogni giorno. Se da una parte sono felice qui, con la mia famiglia e la mia nuova vita, la nostalgia e la lontananza dai miei cari e dalla mia Roma convivono con me ogni giorno. Quante cose mi sono persa e quante ne continuo a perdere, vivendo la mia vita qui! Matrimoni, funerali, nascite, ma anche semplici cene con gli amici o le torte di compleanno. L’ho scelto io, certo, nessuno me lo ha imposto e onestamente va bene così. Non c’è altro posto dove vorrei vedere crescere i miei figli. Roma non è più quella di una volta. Eppure ogni volta che la lascio mi si stringe il cuore e non riesco a  trattenere le lacrime. Una parte di me apparterrà sempre alla mia città. Quest’anno tuttavia ho scelto proprio io di rinunciare. Sebbene mio marito mi abbia cercato di convincere fino alla fine, con offerte speciali e biglietti disponibili dell’ultimo minuto, la gravidanza mi ha reso più cosciente. Questa vita che cresce in me ha già bisogno delle mie attenzioni, qui e ora. Tutto il resto può attendere, anche Roma.
Tanto torno. Prima o poi.
Alessandra

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